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Comune di Montenero di Bisaccia
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Cenni di storia

 Nel V secolo di Roma i popoli italici sentivano già che la potenza
romana tendeva ad espandersi sempre di più. I Frentani (che avevano
centri abitati nella zona del molise e dell'abruzzo) per difendere la loro libertà, furono costretti a riunire un esercito. La tradizione vuole ancora
che i due eserciti, dei Romani e dei Frentani, si scontrarono sulla riva
destra del fiume Trigno( fiume che separa il molise dall'abruzzo).
    I Frentani subirono una grave sconfitta esi ritirarono a Monte Itilio,
presso Montenero, su cui c'era un'importante città frentana.
La lotta continuò per altri quattordici anni fino a quando i Frentani mandarono ambasciatori a chiedere pace ed amicizia a Roma. Accolti, i Frentani conservarono la loro libertà, le loro leggi ed i loro privilegi, compreso quello di battere moneta propria; furono soltanto tenuti al contributo di alcuni sussidi nelle guerre. I Frentani tennero fede ai patti.
    
    In seguito, Annibale, dopo la battaglia del Trasimeno, anzichè marciare su Roma, entrò nella Frentania e mise a sacco
e fuoco l'intera regione. Nonostante
tanto scempio, i Frentani tennero duro e rimasero fedeli ai Romani.
Annibale pose i suoi accampamenti a Montenero nelle prossimità di Fonte Cassuca ("cassù" in dialetto significa "refrigerare") per rifornire di acqua i suoi soldati che marciavano verso la Piana di Guardialfiera
e Gerione presso Larino.
    I Romani inseguirono Annibale
fino a Canne dove toccò a roma la più
sanguinosa sconfitta della sua storia.

IL XVIII SECOLO

    Montenero sprimentò tutte le traversie
della fine del secolo XVIII;
a quel tempo non contava che 2500 abitanti.
Roma, in quel periodo, era frequentata dai monteneresi nelle ricorrenze
di giubilei ed altre feste religiose; pertanto la corrente delle idee
rivoluzionarie di Francia dell'89 vi era già penetrata.
    Dopo che a Vasto era stata proclamata la Repubblica e istituita la Municipalità, altrettanto succedeva a Montenero; le reazioni e le
ribellioni si propagarono dappertutto e il 5 febbraio del '99 scoppiò una violenta insurrezione in paese.
Montenero restò in balia delle rivolte fino a tutto febbraio e non senza
rapine e ricatti. Ai primi di marzo un piccolo distaccamento di francesi
e poi di guardie civiche, venne a far cessare l'anarchia; si ristabilì il
governo repubblicano, fu piantato "l'albero della Libertà", si operò il
disarmo e si istituì la Guardia Civica. I ribelli, quasi tutti, si erano dati
alla fuga e nascosti.
    Ma la controrivoluzione progrediva in Puglia, negli Abruzzi e anche
nel Molise. Il canonico Lauterio, che aveva già preso parte alla rivolta
del 5 febbraio, si mise a capo dei popolani per ripristinare il governo borbonico; si era ormai in piena anarchia, fu abbattuto l'albero della
Libertà e sul finire del 1799 il Governo Repubblicano in Montenero di
Bisaccia cadde.
LE GUERRE
    Il contributo di Montenero nella prima guerra mondiale fu generoso, i monteneresi chiamati alle armi furono circa 1000. Tutti fecero il loro
dovere, con onore; tre ufficiali, un sottufficiale, cinque caporali e ventiquattro soldati caddero sul campo.
    La seconda guerra mondiale non fu meno tragica: il 29 settembre
1943 fu effettuato un bombardamento massiccio su tutto l'agro di Montenero.
Vi furono danni e morti civili e militari; l'azione durò circa venti minuti
e terrorizzò la popolazione che corse a ripararsi nelle grotte e nei sotterranei.
Montenero venne occupata dai tedeschi il 3 ottobre che fecero del paese
un caposaldo imprendibile. Molte mine poi erano state collocate in tutto il territorio e furono vittime di queste bambini, uomini, donne e soldati.
La caccia all'uomo durò alcuni giorni.
Il primo novembre, dopo che gli inglesi sbarcarono a Termoli, ci fu un violento scontro sul Trigno e nella serata furono visti i tedeschi in fuga.
Gli alleati scesero a Montenero e furono ricevuti da un popolo festante
con offerta di fiori e di vino e dopo una settimana si procedette alla
nomina del Commissario Civile. Il suo compito era veramente difficile:
i tedeschi avevano distrutto tutto, avevano fatto saltare pure i ponti delle strade di comunicazione con i paesei vicini.
    Nonostante tutto bisognava andare avanti; Montenero riaveva i suoi
figli, i suoi bravi coltivatori e le campagne spoglie ritrovavano la vita
attiva e feconda.  
    
Caterina Gatti